Cosa intendiamo quando diciamo che in azienda si “respira un bel clima?”
La risposta non è ovviamente uguale per tutti i contesti ma ci sono sicuramente alcuni punti in comune che sono imprescindibili per ogni realtà. Le indagini di clima aziendale prendono in esame aspetti molto variegati: dalla presenza di benefit aziendali ai sistemi di welfare, dai livelli di turnover a quelli di quiet quitting o la presenza di pratiche e processi di inclusione o di disposizioni in favore della flessibilità lavorativa.
In che modo si può contribuire al miglioramento del clima sul posto di lavoro?
Immaginiamo un luogo di lavoro dove la diversità diventa un valore, dove ognuno si sente libero di esporre il proprio punto di vista senza paura di ripercussioni negative, dove l’errore viene visto come un’opportunità e non come qualcosa da evitare e i conflitti sono il cuore della creatività e del dialogo. Un’azienda dove tutti si sentono coinvolti nel dare il proprio contributo, valorizzati nel proprio percorso di crescita e supportati nel loro sbagliare per crescere.
Utopia? Non esiste un’azienda così? Oppure abbiamo appena descritto la vostra realtà?
Tutto si racchiude in un costrutto che prende il nome di “sicurezza psicologica”. Questo mindset, reso celebre dalla ricercatrice statunitense Amy Edmson, viene definito in modo molto efficace dal titolo dello studio di riferimento: “The Fearless Organization”. Organizzazioni senza paura!
Ma come si fa a costruire un’azienda Fearless?
Possiamo partire dai leader, o meglio dalla costruzione di un processo di leadership! Dal momento in cui parliamo di costruzione di clima aziendale non possiamo non pensare a come la stessa leadership viene esercitata da chi, nella nostra realtà, si occupa della gestione delle risorse umane.
Alcuni studi hanno dimostrato, ad esempio, che i leader “antifragili” (coloro che mostrano umiltà, valorizzano input diversi e incoraggiano rischi controllati) favoriscono l’apertura e la partecipazione (Newman, 2018). E leader che praticano l’ascolto attivo, il feedback costruttivo e la condivisione di errori hanno effetti positivi (Vargo & Seville, 2018) sull’ingaggio e la performance dei team.
Quali altre caratteristiche deve avere il leader di un’azienda fearless?
Partiamo dal coraggio. Coraggio di assumersi rischi in un contesto, quello attuale, in costante cambiamento e sempre più imprevedibile.
Ma anche coraggio di investire sulle proprie risorse e sui propri talenti con percorsi di crescita mirati. Prendersi cura delle persone che vivono l’azienda.
Deve essere trasparente! E qui non parliamo solo di comunicare in modo cristallino obiettivi, strategie o indicazioni con i propri colleghi ma trasparente anche riguardo i propri limiti e difetti. Essere quindi in grado di chiedere supporto ai propri dipendenti, ammettere di non sapere e di aver bisogno di loro. Essere il primo portavoce di un’azienda dove non esiste la paura di sbagliare o di ammettere i propri errori.
Progetti mirati che abbiano come oggetto il costrutto della sicurezza psicologica sono ancora poco diffusi nel contesto italiano, ma crediamo, alla luce delle premesse di ricerca, possano davvero rappresentare una svolta. Oltreoceano si moltiplicano gli studi che mostrano le conseguenze correlate al clima “fearless”: il progetto “Aritstotele” di Google, gli studi di Baer e Frese sulle aziende manufatturiere tedesche ma anche lo studio di Huang e Jian sui team R&D di Taiwan.
Senza andare troppo lontani, Michele Ferrero, più di 40 anni fa, stese un decalogo guida rivolto ai propri responsabili. Un totale di diciassette massime. Queste le più significative:
Nei vostri contatti mettete i vostri collaboratori a loro agio. Prendete decisioni chiare e fatevi aiutare dai vostri collaboratori, essi crederanno nelle scelte a cui hanno concorso. Rendete partecipi i collaboratori dei cambiamenti e discutetene prima della loro attuazione con gli interessati. Ammettete serenamente i vostri errori, vi aiuterà a non ripeterli. Preoccupatevi di quello che pensano di voi i vostri collaboratori. Ricordate che un buon capo può far sentire un gigante un uomo normale, ma un capo cattivo può trasformare un gigante in un nano.
Vi ricorda qualcosa? Ferrero non aveva probabilmente in mente la parola “fearless” quando scrisse questo decalogo ma è indicativo di quanto questo tipo di clima possa favorire la crescita e lo sviluppo di un’azienda.
Come possiamo lavorare sui nostri leader per far crescere la sicurezza psicologica?
Vieni a scoprirlo con Laborplay! Ti aspettiamo al Global Summit HR 2024 di Lazise, il 10 e l’11 aprile!
Nel frattempo, puoi visitare la pagina del nostro sito web dedicata alla sicurezza psicologica in azienda: https://www.laborplay.com/servizi/innovazione-e-sicurezza-psicologica/