La figura HR sta vivendo un momento storico di grandi sfide e il suo ruolo all’interno delle imprese sta evolvendo in maniera significativa, guadagnando una maggiore centralità nella definizione delle politiche strategiche. Questo perché il benessere dei lavoratori è un tema particolarmente attenzionato, soprattutto a partire dal periodo post pandemico, ma anche sempre più connesso con tematiche di produttività e sostenibilità.
In questo scenario crescono le politiche di welfare aziendale, uno strumento fondamentale per chi si occupa di gestione del capitale umano e per supportare le imprese nel raggiungimento di diversi obiettivi: equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, incremento della motivazione e della produttività, attrazione dei talenti e retention degli stessi, incontro delle diverse esigenze delle generazioni presenti in azienda, contenimento dei costi del personale, garanzia di benessere e di clima positivo sul luogo di lavoro. Anche il contesto normativo si sta modificando, anche se momentaneamente senza interventi definitivi.
L’incremento della soglia di esenzione dei fringe benefit per diversi anni consecutivi e l’inserimento in questa categoria di servizi aggiuntivi come le utenze domestiche, le spese per gli interessi sul mutuo e le spese sostenute per gli affitti, sono iniziative che mostrano come gli enti governativi abbiano intercettato l’esigenza delle aziende di supportare i propri dipendenti contro il caro vita e allo stesso tempo l’importanza che progetti di welfare aziendale hanno per tutti gli attori coinvolti: persone, imprese, società.
Tuttavia, per chi si occupa di risorse umane non sempre è facile orientarsi nel mondo del welfare aziendale, perché le iniziative attuabili sono svariate, la normativa può apparire complessa e non sempre si ha a disposizione un benchmark di riferimento per comprendere se si è in linea con il mercato. Inoltre, molte realtà sono ancora convinte che le politiche di welfare siano destinate solo alle grandi aziende: la verità è differente, soprattutto se si pensa che in queste ultime vengono erogati in media circa 600€ a lavoratore, mentre nelle piccole e medie imprese si superano i 900€.
Questo dato emerge dal primo osservatorio sul welfare aziendale di DoubleYou, un documento con un importante focus sui flexible benefit: lo studio si basa sui dati a disposizione del provider derivanti dalla gestione dei piani welfare di oltre 2.500 aziende, per un totale di 500.000 utenti presenti sulle piattaforme proprietarie. L’obiettivo del documento è quello sia di dare una visione dei trend del welfare aziendale basata su dati e comportamenti effettivi di imprese e lavoratori, sia di fornire ai professionisti del settore uno strumento che li aiuti a valutare consapevolmente le iniziative in essere nella loro azienda.
Chiaramente le politiche di welfare non si limitano solo ai flexible benefit e dall’osservatorio emerge anche il concetto di welfare giusto: l’introduzione di politiche complementari a questi ultimi come ad esempio interventi per la parità di genere e la valorizzazione della diversità sul luogo di lavoro, progetti che supportino la sostenibilità ambientale e piani che sostengano il work-life balance, sono fondamentali per una cultura orientata al benessere. DoubleYou racconterà in anteprima al Summit i principali dati e alcuni casi concreti di imprese virtuose, che saranno poi riportati nel documento: non perdere lo speech il 10 aprile alle 12.30!