Buongiorno Enrico Proietti, grazie per questa intervista e per la partecipazione a #GHRSummit23. Cosa vi aspettate da questo evento? Con quale spirito vi apprestate a prendervi parte?
Da sempre abbiamo compreso come in una azienda siano centrali le persone e con esse il loro vissuto rispetto agli impianti, le macchine o i muri loro contenitori. Ovvio che il sistema dei fattori di produzione, unito alle capacità umane, genera dei processi sempre più complessi, ma per noi il fattore umano rimane il principale focus e prevale sempre su tutti gli altri aspetti. Oggi e anche in futuro, pur in un mondo sempre più IA, l’uomo sarà il trait d’union di tutti gli altri fattori economici. con questa visione, tendiamo a supportare le aziende nostre clienti nello sviluppo fisico e mentale dei propri dipendenti. Persone felici cui riuscire a trasmettere sicurezze di vita e giuste motivazioni. È ormai noto che la produttività e l’attaccamento aziendale dei dipendenti dipendono in maniera diretta dalla tranquillità del vissuto lavorativo e anche privato. Se la persona trova nella propria realtà lavorativa delle soluzioni che facilitano queste aspirazioni del tutto umane, avremo suggerito ai nostri clienti le giuste modalità di approccio a tali tematiche.
Le opportunità di welfare e il tema della salute e del benessere dei dipendenti sono sempre più centrali e molti sono i prodotti che le grandi compagnie stanno sviluppando in questo ambito. Come ritenete che questi aspetti debbano essere affrontati oggi dalle aziende?
Anche noi abbiamo una divisione dedicata al Welfare aziendale di tipo ricreativo con soluzioni completamente digitalizzate che consentono esperienze di viaggio o l’acquisto di articoli utili alla propria famiglia. Operiamo tramite piattaforma proprietaria con oltre 340.000 tra pacchetti viaggio e articoli di comune utilità. Siamo anche fornitori di altre piattaforme delle più note compagnie a livello internazionale. Essendo una PMI ci possiamo permettere, rispetto alle Grandi Compagnie, di essere un po’ una boutique nei confronti delle aziende nostre clienti e questa dedizione consente loro di trasformare i propri Dipendenti in Persone che si sentono altamente attenzionate nei momenti di erogazione di tali servizi. Spesso notiamo che esiste un distacco e un atteggiamento routinario in questi processi, Le grandi compagnie diventano con le loro piattaforme un servizio aziendale qualunque facendo perdere al momentum quella patina che fa la differenza in qualsiasi attività umana ed in particolare in tema di benessere e Welfare. Si dovrebbe trasmettere qualcosa di più rispetto alla semplice fruizione di un benefit.
Se fino a pochi anni fa il tema della “fuga dei cervelli” era centrale, anche nella narrazione dei media mainstream, oggi si parla più diffusamente di mancanza di talenti e questa carenza sembra accomunare molti ambiti e settore. Come si può affrontare questo problema in modo sostenibile ed efficace?
Il compenso per il proprio sforzo aziendale, più o meno adeguato a pari carriere all’estero, è necessario ma non sufficiente. Un’attenta analisi delle Persone con attenzioni crescenti mirate all’ascolto e alle esigenze, non solo di carattere professionale, debbono rendere il percepito più di 1+1=2. Spesso si rischia che tale somma sia inferiore a 2 e quindi in tal caso il welfare sta drenando risorse senza apportare i minimi risultati attesi. Se riusciamo nell’impresa di tendere a una somma pari a 2,5 o 3 avremo fatto un lavoro eccellente, diminuendo l’impatto del turn over e richiamando il maggior numero di talenti.