Grazie per questa intervista e per la partecipazione a #GHRSummit24. Cosa vi aspettate da questo evento?
La partecipazione all’evento è per noi l’occasione di condividere esperienze e spunti per un costante aggiornamento del settore, da anni in continua e profonda evoluzione.
Con quale spirito vi apprestate a prendervi parte?
Sarà un piacere condividere con le aziende partecipanti le nostre competenze e confrontarsi con coloro che quotidianamente affrontano la gestione del personale sul campo
L’Impatto Sociale è sempre più centrale nelle HR, ma parole come inclusione, sostenibilità, diversità indicano percorsi molto più complessi di qualsiasi slogan o promessa. Cosa consigliate alle aziende che vogliono seriamente affrontare questi temi?
Il nostro ordinamento, seppur in modo per certi aspetti frammentario, affronta i temi indicati, predisponendo strumenti (parità di genere, bilancio di sostenibilità, economia circolare, regolamenti contro le discriminazioni, welfare ecc..) atti a conferire all’azienda coerente con i principi in questione un virtuosismo che dovrebbe distinguerla da altre che invece non vi si adeguano. È in corso un cambiamento culturale, sul quale possiamo direttamente contribuire, portando alle aziende ed ai lavoratori valori da attuare sull’ambiente di lavoro, ove la personalità si esplica per il maggior numero di ore di ciascuna giornata, con l’auspicio che tali valori diventino un patrimonio personale per gli stessi.
Inverno demografico: l’allarme degli scorsi decenni è oggi realtà e poco o niente è stato concretamente fatto per non ritrovarsi in quella che era una situazione più che prevedibile. Ira cosa si fa? Come possono le aziende fare la loro parte in questa crisi?
La crisi della natalità è un problema comune al mondo occidentale. Le aziende italiane devono – in primis – munirsi di una policy che garantisca l’assenza di discriminazioni di qualsiasi genere nei confronti dei lavoratori che abbiano o adottino un figlio. È purtroppo ancora uso di una parte dell’imprenditoria italiana porre in essere azioni che concretizzano una strisciante discriminazione a carico di genitori al lavoro, anche durante il primo anno di vita del bambino, onde ottenere – al compimento dell’anno – le dimissioni o un presupposto per un licenziamento. È poi possibile – e anche di questo ci siamo occupati nel concreto – prevedere un riconoscimento in welfare per i lavoratori in occasione della nascita di ciascun figlio. In tal senso, il welfare si presta in modo ottimale alle esigenze legate alla nascita di un figlio, potendo assorbire parte dei costi legati alle prime necessità, all’assistenza ed al supporto – ad esempio di nidi e asili – utili per un rientro al lavoro del genitore il più possibile in sicurezza.
Mai come in questi anni quello della Talent Attraction e Retention è un nodo fondamentale per qualsiasi azienda, ma risolvere questo rebus è tutt’altro che semplice. In che modo potete aiutare i vostri clienti in questa difficile sfida?
I talenti vanno stimolati ad esprimersi e – a volte – a comprendere e saper sfruttare le proprie capacità. In tal senso a mio avviso giocano un ruolo fondamentale le stesse modalità di accesso al lavoro, che dovrebbero tener conto delle caratteristiche e delle capacità dei candidati, senza pregiudizi o preconcetti sulla situazione personale del candidato. Al contempo, nella fase di svolgimento del lavoro è essenziale la cultura della formazione e la valorizzazione dello spirito di iniziativa dei propri collaboratori, così come il rispetto della loro esperienza. Infine, ritengo che il talento si senta a suo agio ove goda dei giusti riconoscimenti sia economici che in termini di riconoscimento delle proprie capacità. In tal senso, un ambiente di lavoro ove il merito sia riconosciuto e premiato e dove le regole siano chiare per tutti e siano rispettate da tutti costituisce la base per costruire una profonda e duratura relazione con i propri collaboratori e, in particolare con quelli più talentuosi.
Intelligenza Artificiale ed HR: cosa, come, quando e perché?
L’intelligenza Artificiale fa già parte del nostro presente e influenzerà il nostro futuro. Le applicazioni sono infinite e senza dubbio potranno apportare miglioramenti alla vita lavorativa in tutti i settori produttivi. Ritengo però che non dovremmo subirla passivamente ma ambire ad una corretta formazione circa l’uso di tali strumenti e, infine, non farci abbagliare dai vantaggi del suo utilizzo, accelerandone la fruizione quotidiana, ma darci il tempo perché sia effettivamente uno stimolo per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita, e non un sostituto delle capacità umane.
Leadership gentile, leadership positiva, leadership partecipativa, democratica, aperta… tante definizioni per un unico obiettivo: ridefinire il concetto di leadership e far emergere nuove figure di leader. Quali sono le vostre ricette?
Gli studi classici mi hanno restituito un concetto che reputo essenziale in qualsiasi ambiente organizzato. Il “leader” altro non è che un “primus inter pares”. È suo il compito di assumersi la responsabilità della gestione, ma al contempo di saper valorizzare le capacità, il ruolo, le competenze, le caratteristiche e l’indole dei propri collaboratori. Un leader che non sia in grado di fare questo, non è un leader ed è destinato a fallire.
Ci sono delle novità che presenterete al #GHRSummit24 o un prodotto o servizio che metterete in qualche modo in evidenza o di cui volete accennare in queste righe?
Sarà centrale per la nostra partecipazione il tema della sostenibilità ed in generale delle tematiche ESG.
Perché un visitatore del #GHRSummit24 dovrebbe sedersi al vostro tavolo? Quali strumenti e/o quali strategie potete offrire ad un’azienda che si rivolga a voi in questo ambito?
Siamo alla costante ricerca di corrette metodologie di lavoro per affiancare le aziende nel raggiungimento dei propri obiettivi. L’aggiornamento della nostra pratica passa non solo per la preparazione, ma soprattutto per l’esperienza quotidiana al fianco degli imprenditori e dei vari dipartimenti delle aziende clienti. In tal senso, il nostro lavoro non è di svolgere servizi di consulenza in senso generale e generalista, ma accompagnare il cliente nel raggiungimento dei fini aziendali, con il giusto apporto dal punto di vista legale.