Buongiorno Elena, grazie per questa intervista e per la partecipazione a #GHRSummit21. Avete già preso parte a una o più delle tre precedenti edizioni?
Sì, questa per noi è la quarta edizione. Abbiamo deciso di partecipare in quanto siamo molto soddisfatti di come si sono svolte le precedenti, che hanno sempre garantito un’ottima organizzazione e un ampio panorama di opportunità molto interessanti.
Ci eravamo lasciati, lo scorso anno, con la Pandemia in ripresa in Italia e nel mondo, dopo un’estate in cui da noi sembrava aver allentato la presa. Quali sono a vostro avviso gli aspetti che la pandemia ha maggiormente messo in evidenza in ambito HR? Di che cosa avrà bisogno il mondo del lavoro?
La pandemia ha fatto emergere in modo importante una tematica purtroppo già presente a livello sociale e di conseguenza nel mondo lavorativo, ovvero il divario di genere. Uno dei principali effetti della pandemia è stato l’abbandono lavorativo di una percentuale importante di lavoratrici in Italia, dato soprattutto dalla difficoltà nel conciliare un’intensa vita lavorativa con l’impegno familiare.
È vero che gli interventi più grossi in questo ambito spetterebbero a un’azione statale; tuttavia anche le aziende possono mettere in atto strategie di gestione del personale in ottica più inclusiva. Un esempio potrebbe essere concedere maggiore flessibilità a livello lavorativo di modo da favorire un più ampio equilibrio nella gestione del tempo, generare policy aziendali che siano volte a creare un ambiente collaborativo in azienda oppure stabilire “quote rosa” per i ruoli manageriali. Anche un piano di valutazione delle performance che aiuti a promuovere avanzamenti di carriera più equi aiuterebbe ad aumentare la partecipazione femminile in posizioni dirigenziali. Uno strumento di reportistica efficace sarebbe inoltre uno strumento molto utile per monitorare il gender pay gap, che purtroppo continua a essere un fenomeno frequente in troppe aziende.
Questa visione richiede un cambiamento di ottica proprio da parte dei professionisti HR: un approccio più inclusivo rappresenta una scelta etica e una sicura leva di business.
Ci sono delle novità che presenterete al #GHRSummit21 o un prodotto o servizio che metterete in qualche modo in evidenza o di cui volete accennare in queste righe?
Siamo felici di condividere con voi due importanti novità.
La prima è il lancio della nostra app mobile, per Android e iOS. Altamira offre soluzioni HR in Cloud fruibili fino ad ora attraverso una web app, utilizzabile tramite qualsiasi browser. Con l’introduzione della app mobile sarà ancora più semplice e intuitivo per gli utenti svolgere attività quotidiane come timbrare la presenza oppure richiedere un permesso, anche e soprattutto in ambienti con una bassa copertura di rete. La app sfrutterà inoltre tutte le potenzialità degli smartphone, dai servizi di localizzazione alle notifiche push.
La seconda è un importante sviluppo del nostro modulo Altamira Employees, che vede l’introduzione del workflow in diversi processi importanti nella gestione dei dipendenti. Questa modifica aumenterà la possibilità di automatizzare attività e creare notifiche, con una ulteriore riduzione del carico di lavoro per gli uffici HR. Si pensi ad esempio alla gestione dei DPI: grazie al workflow sarà possibile automatizzarne l’assegnazione e monitorare eventuali scadenze.
Perché un visitatore del #GHRSummit21 dovrebbe sedersi al vostro tavolo? Quali strumenti e/o quali strategie potete offrire ad un’azienda che si rivolga a voi in questo ambito?
Altamira ha un’esperienza più che ventennale nell’ambito della digitalizzazione HR, ma dimostra anche di essere una realtà agile, fresca, multiculturale, dinamica e che accoglie con favore il cambiamento. Proponiamo una Suite HR flessibile e versatile che supporta aziende di qualsiasi segmento e settore, che possono contare su un servizio di Customer Success disponibile e pronto a fornire consigli utili nella gestione dei processi di tutti i giorni.
Grazie per averci concesso questa intervista, ci vediamo al Global Summit.