Buongiorno Giorgia Franceschini, grazie per questa intervista e per la partecipazione a #GHRSummit22. Avete già preso parte a una o più delle precedenti edizioni?
Sì, abbiamo già partecipato nel 2019 ed è stata un’ottima esperienza!
Cosa vi aspettate da questo evento? Con quale spirito vi apprestate a prendervi parte?
Siamo molto contenti di partecipare al #GHRSummit22 per tornare a confrontarci in presenza con interlocutori veramente interessati alle Persone.
Si parla sempre più spesso di reskilling e della necessità per chiunque di allenare la propria elasticità, la capacità di far fronte ai cambiamenti e di formarsi in modo continuo e permanente. Come devono strutturarsi le realtà HR per essere davvero punti di riferimento in questo scenario?
Ciò che ci ha insegnato la pandemia che abbiamo attraversato (e da cui stiamo pian piano uscendo) è che le Persone devono essere messe veramente al centro dei pensieri e delle azioni delle Organizzazioni.
Nel momento di maggior difficoltà, ciascuno di noi ha dimostrato di avere risorse inaspettate e di saper trovare soluzioni ad una situazione inimmaginabile fino a quel momento.
Ciò che ha fatto la differenza è stata da un lato la volontà delle persone di essere parte attiva e dall’altra la capacità delle aziende (in molti casi) di rinunciare a modalità che sembravano immutabili per accogliere soluzioni nuove “arrivate dal basso”.
Oggi le Organizzazioni possono fare tesoro di quell’esperienza lavorando su due piani distinti, ma che hanno forti interconnessioni:
- L’Unicità di ogni singola persona.
- Una Visione sistemica dell’organizzazione.
Sarà un piacere confrontarci su questa nostra visione con coloro che incontreremo al #GHRSummit22
Quelli del cosiddetto “smart working” e del lavoro agile sono temi delicati e ancora da esplorare. In particolare il lavoro da remoto è stato in molti modi frainteso, durante la Pandemia, ma affinché queste opportunità decollino davvero occorrono competenze, tecnologie e visione. Cosa manca in questo Paese per andare nella direzione giusta?
A nostro avviso ciò che manca è una visione sistemica e di lungo periodo. Sempre più spesso, infatti, le aziende sembrano rispondere ad esigenze di breve periodo più che perseguire una strategia definita di medio/lungo periodo.
Il primo passo pertanto è lavorare sul disegno della strategia, per poi identificare i fattori deboli su cui andare ad investire per poter supportare le persone nel proprio sviluppo e per coinvolgerle nella realizzazione di quanto necessario.
In questo disegno si inserisce anche lo smart working, che si è dimostrato una buona leva per venire incontro alle esigenze delle persone e delle aziende.