ESCP Europe apre un dibattito internazionale su come cambierà l’interazione tra uomo, macchine e lavoro
Come può l’Intelligenza Artificiale espandere la mente umana? E in quali attività l’uomo non potrà mai essere sostituito da un robot? Oggi il dibattito sui progressi nel campo dell’innovazione non è più dominio esclusivo dei ricercatori scientifici, ma coinvolge sempre di più anche economisti, filosofi, psicologi e sociologi, chiamati a comprenderne gli aspetti etici, oltre che teorici e pratici. Aprire una reale discussione multidisciplinare sulle sue implicazioni nella sfera sociale è diventata una necessità non più rimandabile ed è il tema della conferenza “Human Intelligence in the era of Artificial Intelligence”, organizzata da ESCP Europe – la più antica Business School al mondo, nata a Parigi nel 1819 – all’Auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino.
In occasione del Bicentenario dalla sua fondazione, una rosa di professori ed esperti di varie discipline si sono confrontati su come le recenti scoperte scientifiche potranno integrare il valore umano dei manager, in un mondo imprenditoriale in cui tecnologie, robot e informazioni digitali giocheranno un ruolo fondamentale, trasformando i processi decisionali, la personalizzazione dei servizi, la velocità e la flessibilità del lavoro. Sul palco si sono susseguiti Terence Tse, Professore alla Business School ESCP Europe e cofondatore di Nexus FrontierTech; Davide Dattoli, cofondatore e CEO di Talent Garden; Anna Simioni, Advisor a The Boston Consulting Group; e Riccardo Viale, Professore di Scienze Comportamentali ed Economia Cognitiva all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Terence Tse – esperto di intelligenza artificiale di fama mondiale e contributor di importanti testate tra cui Financial Times, The Guardian e The Economist – ha portato la sua esperienza diretta sul campo ed esempi di collaborazione efficace che si stanno già sviluppando: «Prima di tutto, bisogna sfatare il mito che le macchine ruberanno il lavoro agli esseri umani: a meno che non si svolga un singolo compito, in realtà non vedremo mai un’eliminazione di massa dei nostri posti di lavoro; invece, perderemo certamente parte delle nostre attività lavorative. Ecco che allora, in futuro le abilità e competenze cognitive – dalla risoluzione di problemi complessi alla capacità di relazione, dal pensiero strategico alla creatività e all’intelligenza emotiva – diventeranno sempre più importanti per le persone». Il quesito morale, inoltre, sarà cruciale: «Le macchine non sono in grado di lavorare in maniera corretta ed etica. Di conseguenza, l’ingiustizia e la discriminazione rischiano di essere automatizzate. Solo coinvolgendo persone provenienti da diversi contesti saremo in grado di risolvere questo problema».
In questo contesto le Business School giocheranno un ruolo chiave nella formazione della futura classe dirigente. Non si tratta solo di introdurre nuove conoscenze e riqualificare chi già ha un impiego perché siano in grado di accrescere e potenziare le proprie competenze per adattarsi meglio alle future sfide della società e del mercato occupazionale. È necessario avviare anche dibattiti attivi sull’impatto economico e sociale, oltre che aziendale, delle tecnologie.
Il Bicentenario di ESCP Europe rappresenta un’occasione per riflettere sulla storia, sul futuro e sulla vocazione della scuola a educare i manager di domani.