In un’epoca come l’attuale, caratterizzata da continue sfide e da una costante e veloce innovazione, le organizzazioni più che mai necessitano di persone di talento. Tuttavia, oggi più che mai, per la situazione di instabilità del contesto e per il massiccio ingresso dei “millennials” nel mondo del lavoro, è diventato un fattore critico riuscire a trasformare il talento in performance.
Perché ciò accada occorre, da una parte, che le persone siano consapevoli delle proprie risorse interne e capaci di impegnarsi in un personale percorso di sviluppo coerente con i bisogni dell’organizzazione, dall’altra, che le aziende siano in grado di comprendere e valorizzare attitudini e bisogni dei collaboratori, non solo in una logica di retention, ma per far sì che i talenti individuali vengano effettivamente spesi al servizio dell’azienda.
Per agevolare questo circolo virtuoso diventa fondamentale da entrambe le parti una competenza sulla quale normalmente si riflette poco e che viene spesso data per scontata: la capacità di ascolto, di sé, degli altri, del contesto. Per “saper ascoltare” occorrono, tuttavia, oltre alla disponibilità emotiva e all’apertura mentale, griglie e modelli di lettura e interpretazione di ciò che si ascolta, e questo vale sia per la persona sia per l’organizzazione. Diffondere questa sensibilità e questi strumenti nelle aziende ci appare oggi di importanza cruciale.