In Italia il welfare è una vera e propria opportunità per le aziende di ogni dimensione, ma resta talvolta un terreno inesplorato e un mezzo poco utilizzato. I modelli tradizionali rispondono solo parzialmente alle esigenze di quelle che sono ormai ben cinque generazioni diverse che si trovano ogni giorno a lavorare insieme. Per questa ragione, chi si occupa della gestione delle risorse umane, deve optare per piani e soluzioni flessibili, che si adattino alle esigenze di ogni singolo dipendente.
Nel mondo del lavoro di oggi i talenti cercano innanzitutto flessibilità, oraria e geografica, ma prestano anche particolare attenzione alla salute fisica e mentale, almeno tanto quanto ricercano possibilità di formazione. Altro tema importante è il potere d’acquisto, che i dipendenti vorrebbero veder aumentare, soprattutto in uno scenario economico come quello attuale. Il welfare aziendale può, e deve, rispondere a tutte queste necessità, dando la possibilità alle aziende di rimanere competitive, senza aumentare i costi del lavoro e approfittando di importanti sgravi fiscali.
Un piano di welfare flessibile, di facile utilizzo e che mette al centro il dipendente come individuo e consumatore, prima che come lavoratore, può aiutare le aziende italiane, specialmente le PMI, ad attrarre e trattenere i talenti, che altrimenti saranno invogliati a guardare altrove e cercare soluzioni più in linea con le loro esigenze e i loro valori. I benefit devono essere realmente utilizzabili dal dipendente affinché vengano percepiti come un valore aggiunto.