Employee experience, employee benefits e welfare aziendale sembrano essere gli obiettivi di ogni azienda moderna o forse dovremmo dire un must. Ma come poter effettivamente comprendere le reali necessità delle aziende e dei dipendenti?
Esporre le necessità di un’azienda è semplice, basta parlare di profitto ma quando parliamo di dipendenti, o come si usa dire oggi collaboratori, ci troviamo di fronte al mare magnum delle offerte con proposte sempre più mirate, moderne e digitali supportate da olistico/futuristiche correnti di pensiero.
Dai buoni pasto al miglioramento del work life balance ci sentiamo proporre davvero tanto ma cosa stiamo comprando, beni o servizi e soprattutto a favore di chi? Per il bene dei collaboratori o per importanti aspetti fiscali legati all’azienda? Probabilmente la verità sta in mezzo e oggi siamo all’inizio di un percorso che ci si augura tutti non crei un effetto boomerang.
Spostare troppo l’attenzione su aspetti diversi dal lavoro non è sempre una mossa strategicamente corretta, il lavoratore deve affezionarsi all’azienda o ai servizi benefits erogati? Perché nel secondo caso nel momento in cui si presenterà sul mercato un competitor con uno smart locker più capiente o la palestra aziendale migliore potrebbe nascere un problema.
Con una popolazione con l’età media di 45 anni, Marzullo si chiederebbe se l’obiettivo è portare la felicità della vita nel lavoro o la felicità del lavoro nella vita.
Mettersi a lavorare a capo chino è diventata una frase anacronistica ma l’azienda italiana è realmente pronta ad affrontare questo Tzunami?
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